lunedì 6 giugno 2011

QUANDO LA RELIGIONE INCONTRA IL MARXISMO.

La Teologia della Liberazione (spesso abbreviata con TdL) è una discussa riflessione teologica iniziata in America latina con la riunione del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) di Medellín (Colombia) del 1968, dopo il Concilio Vaticano II, che tende a porre in evidenza i valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano.
Tra i protagonisti che iniziarono questa corrente di pensiero vi furono i sacerdoti Gustavo Gutiérrez (peruviano), Hélder Câmara e Leonardo Boff (brasiliani). Il termine venne coniato dallo stesso Gutiérrez nel 1973 con la pubblicazione del libro Teologia della Liberazione (titolo originale spagnolo: Historia, Política y Salvación de una Teología de Liberación.


François Houtart (Bruxelles, 1925) , già docente universitario, è un presbitero, teologo e sociologo belga, fondatore del Centro Tricontinental (CETRI) che è attivo presso l'Università di Lovanio (Belgio) e della rivista "Alternatives Sud". È una delle figure rilevanti del movimento Altermondista.
Sacerdote cattolico e intellettuale marxista di fama internazionale, nipote del conte Henry Carton de Wiart (1869-1951) - fu uno dei dirigenti del Partito Cattolico e pioniere della democrazia cristiana, si formò inizialmente nel seminario di Malinas. Fu ordinato sacerdote nel 1949. Laureato in Scienze Politiche e Sociali presso l'Università Cattolica di Lovanio e diplomato all'Istituto Superiore Internazionale di Urbanesimo applicato di Bruxelles, è anche dottore in Sociologia dell'Università di Lovanio, dove ha insegnato dal 1958 al 1990.
Houtart è stato fortemente legato al movimento della Teologia della Liberazione, dei quali si può considerare uno degli esponenti più radicali, al punto di essere stato legato alla rivoluzione sandinista in Nicaragua. Per questo anche lui ha subito la condanna e le sanzioni da parte della Santa Sede per ciò che rappresentò questo movimento, negli anni 1980-199
Fondatore con Samir Amin del Forum Mondiale delle Alternative nel 1997, nel 1999 organizza con altri il controvertice del Forum Economico Mondiale a Davos (Zurigo), primissimo appuntamento altermondialista dal quale nascerà il Forum Sociale mondiale di Porto Alegre 2001. Da allora è sempre attivo in tutti gli appuntamenti dei Forum del movimento altermondialista.
UN ALTRO MONDO E' POSSIBILE DUNQUE.
Uno studio effettuato da Pranab Bardhan dell'Università di California, basato su dati della Banca Mondiale, sostiene però che la globalizzazione non abbia reso nel complesso i paesi più poveri, ma che nemmeno abbia avuto grande influenza nella riduzione della povertà. Avrebbero invece effetto decisamente maggiore alcuni miglioramenti delle politiche interne dei paesi, quali lo sviluppo della rete infrastrutturale, il perseguimento della stabilità politica, le riforme del sistema agrario e il miglioramento dell'assistenza sociale[4].
Il Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, teorico della finanza etica e fondatore della Grameen Bank, sostiene però che l'Organizzazione Mondiale del Commercio sia un bulldozer al servizio delle maggiori economie, come gli Stati Uniti, che pretendono la libertà di vendere in qualsiasi mercato, ma che spesso temono, in casa loro, anche la concorrenza più piccola e innocua di qualche prodotto agricolo o artigianale; aggiunge inoltre che è necessario promuovere delle forme di aiuto sostenibile affinché la globalizzazione possa davvero essere utile allo sviluppo[5].
Secondo il rapporto di Amnesty International con la globalizzazione il potere scivola dalle mani degli Stati e si sposta "silenziosamente" in quelle delle multinazionali, che diventano i nuovi interlocutori nelle campagne per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo[6].
L'economista indiana Vandana Shiva asserisce che la globalizzazione ha prodotto in India suicidi di massa tra i contadini, strozzati dai debiti per l'aumento dei costi di produzione e la caduta dei prezzi. In India l'ingresso nel paese delle grande multinazionali come la Monsanto - con l'obbligo di acquistare da loro le sementi industriali dal costo sempre più elevato, biologicamente modificate e utilizzabili solo per un raccolto - si sta traducendo in una rovina per i piccoli agricoltori. Vandana Shiva aggiunge inoltre che capitalismo globale e fragili equilibri ecologici, avidità e violenza contro i più deboli sono da combattere con la disobbedienza civile[7].
Durante la messa dell'Epifania del gennaio 2008 Papa Benedetto XVI afferma che non si può dire che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro e aggiunge: i conflitti per la supremazia economica e l'accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale[8].
Effetti indiretti della globalizzazione sono le ripercussioni sull'ambiente e sull'inquinamento dell'aria, causate dall'industrializzazione e dall'aumento dei trasporti.

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