lunedì 20 giugno 2011

Una Risposta a Pietro Folena.

Da Lettera43 di oggi

Pierluigi Bersani, con Antonio Di Pietro -che di questa campagna referendaria è stato il primo promotore- e con gli altri esponenti del centrosinistra, può gioire davvero per l’esito referendario. E’ un momento in cui al leader PD tutto riesce bene. Se a Di Pietro, e ai Comitati per l’acqua pubblica, va riconosciuto il merito di aver rivitalizzato, dopo ventiquattro flop successivi del quorum, l’istituto referendario, a Bersani va riconosciuto il merito -a fronte delle posizioni fortemente favorevoli al privato nei servizi presenti nel suo partito- di aver assecondato la grande onda che ha visto i giovani protagonisti, e di cui la base e l’elettorato del Pd sono stati partecipi. Un’onda talmente forte da investire anche un elettore su due del centrodestra.
E’ opportuno tuttavia che il segretario del Pd, e i massimi dirigenti di questo partito, soprattutto i teorici di un riformismo liberale – in cui tutto andrebbe liberalizzato o messo in competizione- riflettano bene sul significato di questo voto. In primo luogo c’è una domanda di partecipazione e di protagonismo -la stessa che ha fatto vincere chi non ti aspetti prima alle primarie per le amministrative e poi alle elezioni stesse-, che non delega in bianco i partiti e gli eletti, e che pretende di condizionare le scelte che possono incidere sulla vita delle persone. Così per il nucleare -che riguarda la salute delle persone (e aggiungiamo che il voto referendario ha un valore europeo e internazionale, e ridà prestigio al nostro Paese tanto malandato)- e così per l’acqua, in cui vince un principio, un’idea morale, il convincimento che su un bene vitale e essenziale, che va gestito meglio e non sprecato, non è accettabile che vi siano speculazioni. Oggi c’è un vento profondamente democratico, dopo una lunghissima stagione in cui, anche a sinistra, prevaleva la cultura del capo e della delega al leader.
Ma il Pd e la sua classe dirigente devono riflettere sulla natura del proprio riformismo. Senza alcun estremismo, e senza posizioni demagogiche, è la cassetta degli attrezzi del liberalismo economico dell’ultimo ventennio a non funzionare più. C’è un nuova domanda di pubblico, anzi di res-publica, dopo anni di trionfo della res-privata: il riformismo deve essere, in questo senso, autenticamente repubblicano. Forte, capace di rispondere alle grandi domande di quest’epoca: che guarda ai mercati -che possono seguire strade alternative: le voci relative alle energie rinnovabili schizzano ora in su ! – ma che non pensa che i mercati siano una religione e richiedano di ripetere ottusamente una litania.
Ora compito del legislatore – e di un polo alternativo al centrodestra- è indicare le misure per un credibile piano energetico fondato sulle rinnovabili; e quelle per una gestione pubblica efficiente, con adeguati investimenti pubblici sulle reti, dell’acqua; per non parlare delle riforme che, cancellata la diseguaglianza del legittimo impedimento, rendano effettivamente eguale la legge per tutti, obiettivo dal quale siamo molto lontani. E così, anche contro il precariato, per una società fondata sul lavoro e sul suo riconoscimento, per la cultura come volano della crescita, il Pd e i suoi alleati si devono misurare con la stessa volontà democratica (scelgano i cittadini) e con la stessa chiarezza programmatica.
L’epoca della sconsiderata corsa al centro, per il Pd, è davvero terminata il 12 e 13 giugno scorsii

.http://www.pietrofolena.net/blog/

Si… e’ terminata l’epoca della rincorsa al centro del PD,ha vinto il popolo degli onesti,siamo in attesa della sinistra che tarda ad unirsi.
Piu’ che di riformismo,ora piu’ che mai,si dovrebbe parlare di “un Nuovo Modello Di Sviluppo”,Ecologico,Sostenibile e Inclusivo, che guardi in prima persona alle classi sociali fortemente svantaggiate.Bisogna costruire la Terza Via,un nuovo approccio Economico e Sociale,che guardi al liberismo,non come occasione perduta ma come motore di Sottosviluppo precarizzante e moralmente non etico.La Grecia e’ vicina.Il PDL e il PD sono complementari e perdenti.
Bisogna avere il coraggio di essere uomini liberi e combattere per una piattaforma che veda “il lavoro come un bene comune” punto di partenza di questa svolta.

Un commento al post di Pietro Folena.
Luca Mandanici

sabato 18 giugno 2011

IL LAVORO E' UN BENE COMUNE.

Affermare che il lavoro è un bene comune è una proposizione che riguarda certamente, e in primo luogo, la salvaguardia della "dignità del lavoro" e dei "diritti "che una società deve garantire ai lavoratori.L’effetto congiunto della globalizzazione, della crisi economica e dei cambiamenti climatici (tre processi interdipendenti) mette a rischio se non la sopravvivenza del nostro pianeta, certamente quella dell’umana convivenza.Trent’anni di predominio incontrastato del “pensiero unico” hanno rinchiuso le classi dominanti di tutto il mondo in un eterno presente, rendendole incapaci di qualsiasi elaborazione di ampio respiro.

Guido Viale.

Appare cosi', una necessita' in nome del libero mercato che religiosamente incarna l'idea del massimo profitto con il minimo investimento,delocalizzare.Il lavoratore ridiventa merce,il datore di lavoro padrone,il lavoro sfruttamento e il fine sociale,quello a cui ogni forma di lavoro dovrebbe tendere,migliorando il territorio, viene cancellato dal vocabolario.Vanno a "farsi benedire" gli articcoli 1,4 e 41 della nostra Costituzione con il plauso dei vari Oscar Giannino,liberi di speculare,protetti dalle tante leggi,leggine e "lenzuolate" liberalizzanti.E cosi' accade che la Repubblica Italiana non riconosce piu' a tutti i cittadini il diritto al lavoro e non promuove le condizioni,che rendono effettivo questo diritto.E cosi' la legge, non determina i programmi e i controlli opportuni perche' l'attivita'economica privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
L'Italia non e' piu' una Repubblica fondata sul lavoro ma sul massimo profitto con il minimo investimento.
Ecco perche' appare importante "rovesciare" questo punto di vista ,ne va della coesione sociale e della dignita' di ogni singolo lavoratore.
Il lavoro deve diventare un bene comune come l'acqua e l'aria che respiriamo.Ne va della vita stessa di questa Nazione.


E questa democrazia me la chiami?
E chi centra a democrazia?
A un centra?
No, un centra!

giovedì 16 giugno 2011

Grazie Onorevole Sonia Alfano.

Funzionario della Regione Siciliana, sindacalista e coordinatrice di soccorsi in emergenze. Si diploma presso il liceo classico Luigi Valli di Barcellona Pozzo di Gotto. Interrompe gli studi universitari alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Palermo dopo la morte del padre Beppe, ucciso dalla mafia per le sue inchieste scomode l’8 gennaio del 1993. Ottiene l’assunzione presso la Regione Siciliana per chiamata diretta, in virtù della normativa in favore dei familiari delle vittime innocenti di mafia.
Nel 2007, insieme a Salvatore Borsellino, scrive al Presidente della Repubblica per chiedere il trasferimento del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ovviamente richiesta non considerata. Il Guardasigilli aveva a sua volta chiesto il trasferimento del PM Luigi de Magistris, della Procura della Repubblica di Catanzaro, titolare dell’inchiesta Why Not, che vedeva indagati anche Romano Prodi, oltre che lo stesso Mastella. Successivamente per Prodi e Mastella venne chiesta l'archiviazione per estraneità ai fatti contestati e per l'assoluta mancanza di prove. In più occasioni il Tribunale delle Libertà ha usato la mano pesante indicando la fumosità del quadro probatorio. In compenso per De Magistris il CSM ha disposto il trasferimento ad altra sede ed ad altre funzioni, in quanto la condotta di De Magistris è stata "rivelatrice di non adeguata attenzione al rispetto di regole di particolare rilievo", ma anche di "insufficienti diligenza, correttezza e rispetto della dignità delle persone" A difesa del Pm di Catanzaro, Sonia, insieme al movimento antimafia ammazzateci tutti, avvia una seguitissima campagna di solidarietà nei confronti di De Magistris, catalizzando l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica sul caso del trasferimento ed una petizione su scala nazionale.
Dal 2007 al marzo 2009 è stata coordinatrice regionale del movimento antimafia Ammazzateci tutti. Nel novembre del 2007, in segno di protesta s’incatena al cancello della Prefettura di Palermo. Decine di familiari di vittime della mafia decidono di prendere parte alla protesta. Chiedono al Parlamento Italiano l’equiparazione delle normative previste per i familiari delle vittime della mafia e per i familiari delle vittime del terrorismo. La protesta ha risalto mondiale e molte testate giornalistiche straniere s’interessano alla battaglia per l’equiparazione della quale Sonia è l’iniziatrice. Sempre nel 2007 collabora con i Grilli di Palermo ed altre associazioni, all’avvio della petizione Chiediamo i danni a cosa nostra. Tramite la petizione sono riusciti ad ottenere l’art. 17 della legge finanziaria che obbliga la Regione Siciliana a costituirsi parte civile in tutti i processi per favoreggiamento alla mafia da parte di amministratori e dipendenti della pubblica amministrazione. Nel febbraio del 2008, insieme ad altre 40 persone, costituisce un'associazione, denominata "Associazione Nazionale dei Familiari delle Vittime della mafia", della quale viene eletta presidente all’unanimità.

File:Sonia Alfano.jpg


Ho risposto all’appello dei dipendenti della società Aicon Yachts Spa, con i quali ho anche stabilito un incontro, presso il cantiere, per il 20 giugno. Come avevo anticipato, ho scritto alle istituzioni preposte, regionali e nazionali, affinché venga risolta questa incresciosa situazione che mette a rischio il futuro di 339 famiglie. Di seguito il testo della lettera che ho inviato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi e per conoscenza all’assessore regionale per la Famiglia, il Lavoro e le Politiche sociali Andrea Piraino.

Gentile Ministro Sacconi,
Le scrivo per portarLa a conoscenza della disastrosa situazione lavorativa in cui versa la totalità dei dipendenti (339 persone) della società Aicon Yachts Spa, cantiere nautico di Giammoro (Pace del Mela, ME) che progetta, produce e commercializza imbarcazioni di lusso.
A causa della cattiva gestione, operazioni finanziarie spericolate ed una quotazione in borsa che suscita più di qualche dubbio, l’Aicon Yachts Spa ha accumulato ben 91 milioni di euro di debiti, e ora, in vista di un rilancio aziendale, si prepara a mettere in cassa integrazione la totalità dei dipendenti, che vedono ciò come un preludio al licenziamento.
Faccio presente alla S.V. che il 10 maggio 2011, la Società Aicon Yachts Spa ha comunicato alle OO.SS. e agli Rsu i Fillea-Cgil e Feneal-Uil che in data 9 maggio 2011 alle ore 17,30 codesta società è stata posta in liquidazione, e che è stato nominato il liquidatore nella persona del dott. Christian Pistonina. Da allora la totalità dei dipendenti di Aicon Yachts spa manifesta davanti ai cancelli del Gruppo Aicon 24 ore su 24.
Sono in ballo 339 posti di lavoro, la cui perdita si ripercuoterebbe su 339 famiglie, che da un giorno all’altro si ritroverebbero senza alcun sostegno finanziario.
La politica regionale e nazionale sembrano ignorare di proposito il caso Aicon, e la scorsa settimana, al consiglio comunale di Pace del Mela cui erano stati invitati ben 21 parlamentari nazionali e regionali del messinese, si è registrata la presenza di un solo deputato (nazionale).
Con la presente Le chiedo di convocare urgentemente a Roma i vertici dell’azienda e i delegati sindacali per trovare una soluzione certa per i dipendenti e per le loro famiglie.
Resto in attesa di un Suo riscontro.
On. Sonia Alfano

La loggia massonica P4. L'Italia che non vuole voltare pagina.

La clamorosa inchiesta sulla P4 fa le sue prime vittime,da un lato Luigi Bisignani,dall'altro Afonso Papa,entrambi senza ombra di dubbio risultano essere"poteri forti dello Stato".

Luigi Bisignani (Milano, 1953) è un imprenditore italiano.

Figlio di un manager della Pirelli, si laurea in economia e si trasferisce a Roma, dove, giovanissimo, inizia a lavorare come capo dell'ufficio stampa del ministro del Tesoro Gaetano Stammati nei governi presieduti da Giulio Andreotti tra il '76 e il '79 e come cronista per l’agenzia Ansa.
Executive vice president for international business del gruppo Ilte Pagine Gialle, e' autore di diversi romanzi, tra cui Il sigillo della porpora e Nostra signora del Kgb.

È ritenuto uno degli uomini più potenti d'Italia[1], anche in virtù dei suoi contatti con membri di primo piano della scena politica nazionale. Ex compagno di Daniela Santanchè, mantiene stretti rapporti, tra gli altri, con Gianni Letta.E' il fratello di Giovanni Bisignani.

Giovanni Bisignani (Roma, 1946) è un manager italiano, è stato direttore generale della International Air Transport Association, carica che ha lasciato il 7 giugno 2011 in favore di Tony Tyler. Bisignani, durante il meeting annuale della IATA svoltosi a Singapore, è stato insignito del titolo di "direttore generale emerito" .
Dopo la laurea all'università La Sapienza di Roma, consegue la specializzazione in business administration ad Harvard. La sua attività professionale inizia proprio negli Stati Uniti alla First National City Bank. Torna in Italia e fino al 1976 lavora all'ufficio programmazione economica dell'Efim, successivamente passa all'Eni. Lascia la multinazionale italiana nel 1979 per trasferirsi all'Iri chiamato da Pietro Sette. Assume l'incarico di direttore centrale per l'estero con l'arrivo del nuovo presidente Romano Prodi. Proprio Prodi lo vuole amministratore delegato quando rinnova i vertici della compagnia aerea Alitalia, accanto al presidente Carlo Verri (che morirà prematuramente in un incidente stradale). Resta alla cloche dal 1989 al 1994, quando verrà sostituito da Roberto Schisano. Dopo una breve parentesi alla Tirrenia, torna ad occuparsi di trasporto aereo prima all'Opodo (agenzia di viaggi online costituita dalle principali compagnie aeree europee), poi alla Iata, l'associazione che racchiude le 230 compagnie aeree mondiali. Dal 2002 ne è direttore generale.

Nel 1981 il  nome di Luigi Bisignani compare negli elenchi della loggia massonica P2 rinvenuti a Castiglion Fibocchi. Le cronache raccontano che lui in persona detta la notizia all'Ansa, per la quale già da qualche anno è redattore e si occupa di massoneria. Negherà sempre di essere stato iscritto alla loggia - anche e giustappunto adducendo una contiguità ad essa dettata esclusivamente da interessi
ed attività propri della specializzazione giornalistica intrapresa.
Nel 1992 Bisignani è direttore delle relazioni esterne del gruppo Ferruzzi (azionista di maggioranza della Montedison). Nel 1993 la Procura di Milano chiede il suo arresto per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti nell'inchiesta Enimont. Il 7 gennaio '94 Bisignani si costituisce a Milano e viene interrogato. Nel 1998 la Cassazione conferma la sua condanna a due anni e sei mesi. A seguito della definitiva condanna, nel 2002 viene anche radiato dall'Ordine dei giornalisti.

Il suo nome compare nell'Inchiesta Why Not del pm Luigi De Magistris.

Un’altra ordinanza, questa volta di custodia in carcere, è stata firmata dal gip Luigi Giordano a carico di Alfonso Papa, che da magistrato ha rivestito importanti incarichi al ministero della Giustizia e dal 2008 è deputato eletto nel Pdl. Il provvedimento è stato trasmesso alla Camera con la richiesta di autorizzazione all’arresto. Una terza misura, sempre degli arresti in carcere, riguarda un personaggio meno noto - il sottufficiale dei carabinieri Enrico Giuseppe La Monica - che tuttavia nella vicenda riveste un ruolo centrale; avrebbe fornito agli altri due indagati le informazioni riservate su inchieste della magistratura che sarebbero servite ai presunti complici per realizzare ricatti o ottenere favori, gestire appalti e nomine. Tutto ciò in cambio della promessa di essere «sponsorizzato» per essere inserito nei ruoli dell’Aise, i cosiddetti servizi segreti militari.

Bisignani è indicato come «dirigente d’azienda, mediatore e procacciatore d’affari, di fatto ascoltato consigliere dei vertici aziendali delle più importanti aziende controllate dallo Stato (Eni, Poligrafico dello Stato, Rai ecc), di ministri della Repubblica, sottosegretari e alti dirigenti statali».

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La bellezza di essere equosolidale.

A trenta anni di distanza dall’apertura della prima Bottega a Bolzano, oggi una vasta rete di Botteghe del Mondo – luoghi di scambi e circolazione di idee ed informazioni – interessa ormai sedici regioni italiane, per un totale di duecentosettanta esercizi.Con le loro  botteghe , le 92 organizzazioni riunite nell’Assemblea generale del commercio equo e solidale (Agices) gettano un ponte virtuoso con il Sud del mondo e investono in “buona occupazione” ed educazione, come dimostrano i 900.000 euro investiti per le circa 11.600 ore tra attività didattiche, incontri pubblici e campagne informative.Anche il Presidente Napolitano recentemente commentando i dati positivi del trend del settore, ha riconosciuto il commercio equo e solidale come “un
apprezzabile fenomeno che riesce a coniugare i valori della libera impresa e della solidarieta'".




Il Consorzio Ctm Altromercato, noto anche come Altromercato, è la prima centrale di importazione del commercio equo e solidale in Italia, e la seconda nel mondo, per dimensioni e fatturato. L'acronimo Ctm stava originariamente per "cooperativa terzo mondo"; nel 1998 la società ha cambiato il proprio statuto da cooperativa di persone e associazioni a consorzio di Botteghe del mondo, mantenendo la sua forma cooperativa.
La caratteristica principale di Altromercato è l'esplicito obiettivo di fondare la propria attività esclusivamente su processi di economia solidale e consumo responsabile. I prodotti provengono principalmente da America Latina, Asia e Africa, dove Altromercato mantiene rapporti commerciali diretti con circa 150 organizzazioni di contadini e artigiani. In accordo ai criteri previsti dalle organizzazioni di commercio equo e solidale e definiti da IFAT (International Fair Trade Association) e Agices (Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale), Altromercato assicura ai suoi fornitori il pagamento di un prezzo equo, rapporti a lungo termine e trasparenti, prefinanziamento di almeno il 50% del valore della merce all'ordine e del valore rimanente all'arrivo in Europa. Sostiene inoltre attivamente la coltivazione biologica e altre forme di protezione dell'ambiente. I prodotti sono importati in Italia ed Europa, e rivenduti secondo i principi del consumo responsabile; per esempio, il prezzo dei prodotti viene sistematicamente scomposto in modo che l'acquirente sia informato sulla percentuale destinata a produttori e intermediari. I prodotti Altromercato vengono distribuiti attraverso la rete delle Botteghe del Mondo, ma anche presso diverse catene di supermercati, negozi di alimentazione naturale, circoli, bar e mense scolastiche. I generi vanno dall'alimentare (240 prodotti) all'artigianato (1.500 articoli), fino all'abbigliamento, accessori e cosmetici.
Parallelamente all'attività commerciale in senso stretto, Altromercato si occupa in una serie di attività correlate, inclusa la partecipazione a progetti di cooperazione internazionale, attività di microcredito, campagne di informazione e denuncia sui problemi delle realtà dei paesi del terzo mondo, partecipazione a iniziative nazionali e internazionali (forum sociali, congressi del WTO) e così via.

martedì 14 giugno 2011

Caro Silvio 26.857.452 di cittadini ti hanno fatto un quorum cosi'.

pubblicata da Lavoro Ecologia E Futuro   la nostra pagina facebook,il giorno martedì 14 giugno 2011 alle ore 19.41


 Ribellarsi e' bellissimo....Finalmente la parte sana degli italiani ha detto no alla tessera piu' famosa
della p2.Piu' che un ciclone,quello che è avvenuto ieri e' una rivoluzione gentile,finalmente comincia a delinearsi la fine politica del prestigiatore piu' famoso d'Italia.
Qui nessuno e' fesso....e tu caro Silvietto ci avevi preso anche per coglioni.Ti hanno votato contro persino i tuoi.
Non si puo' comprare tutto e tutti,prima o poi i nodi vengono al pettine e considerata la tua capigliatura sono nodi che faranno un male cane.
E' nato un nuovo modo di spedire a casa il vecchio,in tutti i sensi,e IL Fatto Quotidiano sta raccogliendo le firme per mandarlo a casa.
Antonio Padellaro parla di liberazione , il cattolicissimo Avvenire di sberle inflitte al Premier,Marco Travaglio di legittimo godimento,Di Pietro e' fin troppo signore e non infierisce sugli sconfiti,Paolo Flores D'arcais scrive di "quattro vattene",Pierferdinando Casini  parla al suo solito del nulla-il centro e' stato determinante in questo referendum-visto e considerato che il terzo polo era favorevole  al nucleare e all'acqua privata.
In fondo anche  i vari Chiamparino e Renzi della pseudo sinistra sono contenti,anche se il liberismo all'americana è giusto ma qui siamo in Italia ,la Tav e il ponte sullo Stretto sono un esempio fulgido di rilancio per l'economia,Vendola e' troppo gay,in fondo Bassolino e' un eroe e nelle nostre sezioni invece di Berlinguer ci abbiamo Marchionne.
E anch'io nel mio piccolo godo a gonfie vele.

domenica 12 giugno 2011

MEDITATE GENTE.MEDIDATE....

26 gennaio: SILVIO BERLUSCONI ANNUNCIA "LA SUA DISCESA IN CAMPO".


28 febbraio: Roma, arrestato il generale dell'aeronautica a riposo Romolo Mangani per cospirazione politica in riferimento a un progetto di occupazione della Rai. Con lui finiscono in carcere Ambrogio Taglienti e Marcello Perfili. In precedenza erano stati arrestati Giovanni Marra, Roberto Noè e Maria Petaccia, impiegata in un ufficio del Sisde.

Marzo: dopo l'arresto in febbraio di Paolo Berlusconi, Il Giornale associa i nomi dei magistrati Piercamillo Davigo e Francesco Di Maggio al giudice corrotto Diego Curtò e a Salvatore Ligresti: sarebbero tutti legati ad una cooperativa edilizia. Non è vero niente, e Feltri verrà condannato. Intanto, Di Pietro stringe per la rogatoria a Hong Kong sul bottino di Craxi: la prova che Bettino gestiva il proprio, tramite Giancarlo Troielli, qualche decina di miliardi. Riecco puntuale, il giorno 15, la Falange armata: "Ammazzeremo Di Pietro". L'indomani Berlusconi presenta al procuratore generale di Milano Giulio Catelani, un esposto sui presunti abusi del pool nelle pequisizioni a Publitalia. Catelani ringrazia e comincia a fare la spola tra Milano e Roma

21 aprile: Milano, comincia la maxi inchiesta nei confronti della guardia di finanza: 80 finanzieri arrestati e più di 300 imprenditori coinvolti, fra i quali le maggiori firme dell'alta moda milanese, nonché tre aziende del presidente del Consiglio: Videotime, Mediolanum e Mondadori

24 aprile: Cesare Romiti scrive al Corriere della Sera e ammette il pagamento di tangenti da parte della Fiat.

11 maggio: arrestato a Roma Giovanni Francesco (Gianfranco) Alliata di Montereale, storico dignitario della massoneria di piazza del Gesù. Con lui finiscono in carcere Cosmo Sallustio Salvemini, Alfredo Rasoli e il colonnello Benedetto Miseria. Per tutti l'accusa è di aver condizionato le elezioni amministrative a Roma attraverso una loggia massonica segreta (e quindi illegale secondo la cosiddetta legge Anselmi). Dopo una settimana trascorsa in carcere, Alliata otterrà gli arresti domiciliari, dove morirà il 20 giugno 1994. L'inchiesta è condotta dalla procura di Palmi.

16 maggio: Bologna, la prima Corte d' Assise d' appello, dopo l'annullamento della precedente sentenza, condanna all'ergastolo per la strage del 2 agosto 1980 Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Sergio Picciafuoco, mentre assolve Massimiliano Fachini. Per il depistaggio delle indagini la corte condanna a dieci anni per calunnia aggravata da finalità di terrorismo Licio Gelli e gli uomini del Sismi Francesco Pazienza, a otto anni e cinque mesi Pietro Musumeci e a sette anni e 11 mesi Giuseppe Belmonte. Per banda armata 11 anni a Gilberto Cavallini e otto anni a Egidio Giuliani, mentre sono assolti dalle accuse di strage e banda armata Massimiliano Fachini e Roberto Rinani. La Cassazione confermerà poi la sentenza tranne che per Picciafuoco, che rinvierà al giudizio di una corte di Firenze. Là Picciafuoco sarà assolto

20 maggio: Roma, il governo Berlusconi ottiene la fiducia alla Camera con 366 si e 245 no.

6 luglio:Roma, iI giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, dispone l'archiviazione del procedimento penale riguardante l'esistenza di un'organizzazione paramilitare clandestina (la Gladio Rossa) legata al Pci. A parere del magistrato non è possibile dimostrare che la "predisposizione da parte del Pci di meccanismi difensivi abbia assunto dimensioni tali da costituire un serio concreto pericolo per lo stato".

13 luglio: mentre i finanzieri arrestati nell'inchiesta sulla guardia di finanza parlano della Fininvest, il governo Berlusconi emette il decreto Biondi (allora guardasigilli), che vieta la custodia cautelare per molti reati, fra i quali la corruzione. L'indomani Di Pietro annuncia, presenti Colombo, Greco e Davigo, lo scioglimento del pool. Polemiche sull'esposizione televisiva dei magistrati. La Lega si schiera contro il decreto, che non diventerà mai legge.
Due giorni dopo Berlusconi raduna amici, ministri e avvocati Fininvest ad Arcore per discutere della latitanza del fratello Paolo e del manager Salvatore Sciascia

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28 luglio: Milano, arresto lampo di Paolo Berlusconi per le mazzette alla Finanza

29 luglio: Il Tribunale di Milano condanna, per la vicenda del conto "Protezione", l'ex segretario del Psi (Partito Socialista Italiano) Bettino Craxi e il suo vice all'epoca dei fatti Claudio Martelli a otto anni e sei mesi, l'ex gran maestro della P2 (Loggia Propaganda numero 2) Licio Gelli a sei anni e sei mesi, l'ex vicepresidente dell'Eni (Ente Nazionale Idrocarburi) Leonardo Di Donna a sette anni e l'incaricato d'affari del Psi Silvano Larini a cinque anni e sei mesi. La vicenda riguarda il versamento di fondi clandestini per circa sette milioni di dollari dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, assente al processo perchè deceduto, al conto "Protezione" di cui era intestatario Larini, messo a disposizione su indicazione di Craxi e Martelli. Gelli e Di Donna hanno operato come tramiti. Di Donna e Calvi erano associati alla P2 di Gelli.

20 settembre: Per ordine dell'autorità giudiziaria di Napoli viene arrestato nella sua abitazione di Roma l'ex ministro dell'interno Antonio Gava, democristiano. L'accusa è di partecipazione ad una associazione a delinquere di tipo mafioso che nel caso specifico è la camorra nelle sue diverse passate strutturazioni, Nco (Nuova Camorra Organizzata) e Nf (Nuova Famiglia).

3 ottobre:  Giorgio Tradati, amico di Craxi, confessa di aver gestito per conto di Craxi due conti svizzeri con depositi di circa 30 miliardi e bonifici fino al `92.


4 ottobre. Ispezione ministeriale al pool. Intervista di Borrelli al Corriere: "Su Telepiù siamo arrivati a livelli altissimi.

1 dicembre: La Corte d'assise di Roma pronuncia la sentenza nell'ulteriore processo a carico di terroristi delle Br (Brigate Rosse) per una serie di delitti con al centro il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro. Il procedimento, sostanzialmente, ha aggiunto degli ingrandimenti alla visione del quadro generale fornito dai precedenti processi. In particolare ai sette terroristi già noti presenti il giorno dell'agguato del 16 marzo 1978 aggiunge tre nomi: quelli di Alvaro Lojacono, Alessio Casimirri e sua moglie Rita Algranati.

6 dicembre: Di Pietro si dimette dalla magistratura.


13 dicembre: Milano, Berlusconi interrogato dai magistrati. 20 dicembre: Si conclude al Tribunale di Roma il processo contro gli ex funzionari del Sisde (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica) accusati di essersi appropriati di fondi del Servizio. Erano stati rinviati a giudizio per associazione a delinquere e peculato. Quanto alla prima imputazione "perchè rivestendo incarichi di rilievo all'interno del Sisde, organizzando un sistema stabile di reimpiego delle somme delle quali si erano appropriati, costituivano un'associazione volta a commettere più reati di peculato". Da qui la seconda imputazione "perchè in concorso tra loro nella qualità di funzionari del Sisde e specificamente Michele Finocchi, capo di gabinetto; Gerardo Di Pasquale, capo del reparto logistico; Maurizio Broccoletti, direttore amministrativo; Rosa Maria Sorrentino, responsabile dell'ufficio programmazione; Antonio Galati, responsabile dei fondi riservati; Matilde Martucci, segretaria particolare del direttore, e Riccardo Malpica, direttore del servizio, si appropriavano per finalità diverse da quelle istituzionali di ingenti somme di denaro di pertinenza del Sisde". Tutti i sette imputati vengono condannati, Malpica solo per abuso d'ufficio.


22 dicembre: cade il governo Berlusconi, col ritiro della fiducia da parte di Bossi e Buttiglione. Scalfaro non scioglie le camere e affida l'incarico per la formazione del nuovo governo a Lamberto Dini.

http://sites.google.com/site/sentileranechecantano/cronologia/1994

Era il 1994 ,ora e' il 2011.

E tu vorresti ancora il legittimo impedimento?


sabato 11 giugno 2011

Quando la classe,"operaia",vince il Premio Strega

Scrive Pennacchi nell'introduzione a uno dei suoi figli,Mammut,cosi' ama infatti definire i suoi romanzi: L'operaio e' prima di tutto una persona,ma questo nelle fabbriche se lo scordano spesso.Quando quella persona si mette la tuta,tutti la dentro gli danno del tu,se invece avesse avuto il camice o la giacca tutti gli avrebbero dato del lei.Ho cominciato a scrivere questo libro la sera del 3 novembre 1986 all'eta' di 36 anni compiuti e cinque mesi dopo che era morto mio padre.L'ho scritto a penna,con una penna stilografica a cartucce blu, comprata alla Standa,su tre quadernoni grossi.Ho finito il 26 giugno del1987.Intanto m'ero scritto, visto il periodo di cassa integrazione all'università.Poi mi hanno richiamato in fabbrica e l'università l'ho finita lavorando di notte alle bicoppiatrici con i miei compagni,che mi aiutavano sul lavoro anche se ogni tanto mi pigliavano in giro:"Ma a che ti servirà tutta sta scienza?".La cassa integrazione diventa una vera pacchia al secondo o al terzo anno.Ma nei primi due,specie se non hai un lavoretto sotto mano,vai adormire tutte le sere con la speranza di un infarto.



 
Mi sono laureato in Lettere alla Sapienza di Roma il 27 aprile del 1994 con 110 e lode e assieme a me c'era tutto il Consiglio di  Fabbrica della Fulgorcavi la ditta in cui facevo sindacato e lavoravo.
Se quando entri per la prima volta in fabbrica hai la foruna di trovare un caporeparto educato, la tua vita puo' anche scorrere tranquilla, ma se per disgrazia ,trovi un caporeparto incolto e arrogante e tu al momento dell'assunzione hai firmato un contratto che limita il tuo diritto di sciopero e devi aderire solo agli scioperi proclamati dai sindacati "autorizzati",bene la tua vita è alla completa mercè,otto ore al giorno,di quel "testa di cazzo".
Prima Marchionne e i suoi compagni capiscono queste elementari cose,e meglio è per tutti.Non si puo' stravincere,non si puo' tirare la corda,prima o poi la gente si incazza.
Dice:"E l'azienda?".Io all'azienda gli voglio piu' bene di te.Io ho solo quella.Non sono un suo nemico.Io sono il suo principale alleato,la sua prima ricchezza,se solo mi sa prendere.
Si chiama democrazia.

Antonio Pennacchi vincera' il  Premio Strega nel 2010.


Consiglio questo romanzo,a tutti i "Cesare Benassa",che hanno la tuta blu nell'anima, e la trattativa nel sangue e mando un forte abbraccio ai miei compagni dell'Aicon che stanno vivendo la stessa situazione descritta nel romanzo di Pennacchi.

Luca Mandanici

venerdì 10 giugno 2011

GLI EFFETTI DEL NUCLEARE.

"Siamo abbandonati a noi stessi, e rischiamo di morire di fame". Comincia così il drammatico appello lanciato su YouTube da Katsunobu Sakurai, sindaco di Minamisoma, una città nella zona compresa nell'anello fra i 20 e i 30 chilometri di distanza dalla centrale danneggiata. Ora, se l'area nel raggio di 20 chilometri è stata interamente evacuata, in quella dei successivi dieci chilometri agli abitanti è stato solo suggerito di evacuare altrove, altrimenti devono rispettare l'ordine di rimanere chiusi in casa. Il sindaco accusa il governo di Tokyo e la Tepco di non fornire informazioni sufficienti, di non provvedere agli approvvigionamenti dei beni di prima
necessità e di non fornire neanche i mezzi necessari a chi volesse andare via ma non ha un'auto per farlo.





Malgrado qualche protesta, lo Stato giapponese non ha fatto che da semplice vettore di trasmissione delle informazioni date dall’impresa che conduce le azioni in maniera opaca. Gli esperti sollecitati, provenienti da diversi paesi, non hanno alcun peso sulla presa di decisioni. Le richieste di una migliore protezione delle popolazioni e di una piu grande trasparenza dell’informazione avanzate dalle ONG presenti sul territorio giapponese, come Greenpeace et la CRIIRAD, non sono state ascoltate piu di quanto non lo fossero quelle dei cittadini giapponesi.A Fukushima,il dramma della radioattività non si placa ancora. Nella zona adiacente alla centrale nucleare sono state ritrovate tracce di plutonio. Inutile raccontarvi le implicazioni che questo dannoso elemento comporta all’ambiente, alla natura e all’uomo.
Intanto in tutto il Giappone è partita una maxi-operazione per cercare i dispersi, che sono ancora più di 16.500.
La radioattività dell’acqua marina nei pressi della centrale è aumentata a 4.385 volte sopra il livello consentito per legge.La Tepco, la società giapponese che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, rischia di dover pagare l’astronomica cifra di 11 mila miliardi di yen (133 miliardi di dollari) di risarcimenti danni.
Con rammarico si è appreso inoltre che a Miyagi,  le vittime sono state 6.843. Nel distretto di Iwate, i morti accertati sono stati 3.301 e nella provincia di Fukushima 1.030. 
Le analisi dei campioni prelevati in 11 postazioni della prefettura tra il 21 marzo e il 6 maggio hanno evidenziato la presenza di stronzio 89 e 90 in un raggio compreso tra i 20 e i 60 chilometri dalla centrale. A Namie Town sono stati registrati 250 becquerel per chilogrammo di suolo. Nel villaggio di Iitate il livello di stronzio-90 ha raggiunto 120 becquerel per chilo. Negli altri siti i valori sono risultati compresi tra i 2 e i 18 becquerel.

I numeri sono impressionanti e questo è solo l'inizio.


giovedì 9 giugno 2011

Ascoltando Mina dopo aver rivisto Brazil.

E' essenziale oggi  condurre una battaglia per il diritto all'informazione, tramite la costruzione di reti alternative sempre più ramificate. È questa una lotta che può essere vinta, tenuto conto che lo stesso capitale non può arrestare, per ragioni di opportunità politica, un movimento sociale e politico intrinseco al suo stesso progredire. Il computer è uno strumento potenzialmente, estremamente democratico, l'importante è acquisirne la consapevolezza a livello collettivo.  I micidiali anni Ottanta fatti di walkman, stereo portatili, videoregistratori, batterie elettroniche, videocamere portatili, televisioni ad alta definizione, telex, fax, laser-disc, antenne paraboliche per captare i segnali dei satelliti, cavi a fibre ottiche, personal computer, chirurgia plastica e format televisivi globali per fortuna sono finiti.Di essi pero' e' rimasto il tentativo programmato a tavolino,dalle multinazionali e dalla scuola economica di Chicago, di costrtuire un Impero fatto di comunicazione e complicita'.Tutto e' costruito per non durare a lungo e cosi' anche la comunicazione diventa "mordi e fuggi",tutto e' costruito per non riflettere e vai col Grande Fratello in tutte le lingue e in tutte le case dei continenti.
Una risposta positiva a questo stato di cose viene dal movimento cyberpunk.
Il cyberpunk è una corrente letteraria e artistica nata nella prima metà degli anni ottanta nell'ambito della fantascienza, di cui è divenuto un sottogenere. Il nome si fa derivare da cibernetica e punk e fu originariamente coniato da Bruce Bethke come titolo per il suo racconto Cyberpunk, pubblicato nel 1983, anche se lo stile fu reso popolare ben prima della sua pubblicazione dal curatore editoriale Gardner Dozois. Il cyberpunk tratta di scienze avanzate, come l'information technology e la cibernetica, accoppiate con un certo grado di ribellione o cambiamento radicale nell'ordine sociale.


Tra gli esponenti più noti vengono comunemente indicati William Gibson, per i racconti e romanzi fortemente innovativi e caratteristici dal punto di vista stilistico e delle tematiche, e Bruce Sterling, per l'elaborazione teorica. Sterling ha definito a posteriori il cyberpunk come «un nuovo tipo di integrazione. Il sovrapporsi di mondi che erano formalmente separati: il regno dell'high tech e il moderno pop underground».

mercoledì 8 giugno 2011

Forza ragazzi.Fino alla vittoria sempre.Tutti uniti per questa dura lotta contro l’arroganza del patron Siclari & Co.

Le domande che mi pongo e a cui nessuno sa rispondere.

Una cosa sensata sui soldi? Mai sentita. Per favore fate presto siamo alla miseria. Stiamo vivendo dei giorni infinitamente tristi e drammatici. Cinque minuti fa' stavo strappando la tessera elettorale e non so se lo farò . Ormai non credo più a niente. Per quanto riguarda il canone Rai non lo pago perché' non lo posso pagare e anche se potessi, non lo pagherei in quanto è scandaloso come le TV di Stato ci stia ignorando a comando. Per quanto riguarda la tessera sindacale la tengo per amicizia verso gli Rsu. I Signori del sindacato nazionale, Susanna Camusso Cgil e Luigi Angeletti Uil. Questi Signori dove sono, perché' non vanno in Televisione a Denunciare la nostra drammatica situazione? Lo capiscono che stiamo vivendo un dramma sociale? Come facciamo a campare? Ma nel frattempo nella totale assenza delle istituzioni, a chi ci rivolgiamo per mangiare? Vergogna!!!
Voglio ringraziare un caro Amico e Collega, Luca Mandanici

A. Lembo


VOTA 4 SI.L'ACQUA E' DI TUTTI,IL DIRITTO ALLA SALUTE PURE E LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.

Siclari come Marchionne o quasi.



Sullo sfondo la costituzione della new-co Aicon Marine che prevede nel piano industriale l'assorbimento di 64 operai e l'obiettivo annuale della costruzione di 20 imbarcazioni all'anno.
"I piani aziendali, con la messa in liquidazione della società e la creazione di una nuova società - chiariscono i rappresentanti sindacali Biagio Oriti e Giuseppe De Vardo - non tutelano i lavoratori e l'azienda si vuole sbarazzare di alcuni di essi, esternalizzando i servizi altrove per essere maggiormente competitiva".
I lavoratori, richiedono il pagamento delle spettanze pregresse dei mesi di marzo ed aprile, il pagamento delle somme relative al contratto di solidarietà, la cassintegrazione, le spettanze dei fondi pensionistici non versati da due anni.
350 lavoratori,picchettano i cancelli dell'Aicon dal  9 maggio 2011,mattina,pomeriggio, notte e nonostante le
provocazioni del patron Siclari ai cancelli,vanno avanti nella protesta fino ache le loro richieste non saranno esaudite.
Sembra di rivivere un film gia' visto ai cancelli della Fiat di Torino,Airaudo e Landini che incitano i lavoratori a resistere,la tensione che sale e le preoccupazioni che aumentano.
Solo che qui siamo ad altre latitudini,e non ci sono i leader maximi della Fiom,ci sono Giuseppe Cambria e Mario Russo assieme alle altre RSU e a tanti bravi ragazzi che chiedono giustizia.
La protesta e' presente anche sulla rete e oltre a questo blog,c'è ne un altro,dipendentiaicon.blogspot.com,a cui vanno i mie saluti e quelli di tutti i lavoratori Aicon.
Il diciasette maggio,Sinistra Ecologia e Liberta'  di Messina lancia un appello alle istituzioni affinche' non lascino soli i lavoratori.
Da allora sono state intraprese dai lavoratori numerose proteste e si sono susseguiti numerosi incontri sindacali ma nulla di nuovo all'orizzonte.
Quei bravi ragazzi hanno ricevuto numerosi attestati di stima si va,da Mons. Calogero La piana Arcivescovo di  Messina,ai sindaci Pino di Milazzo,Cocuzza di San Filippo,Franco Pitrone di San Pier Nicetto e Pippo Sciotto di Pace del Mela.
Nel frattempo anche centonove ci pensa e Michele Schinella lascia tutti senza parole con la sua inchiesta sull'avventura  in borsa di Aicon."Non siamo più disposti ad andare incontro a nessuno, piuttosto nel tavolo con il prefetto occorre anche la Guardia di Finanza per poter indagare",tuona anche De Vardo segretario provinciale della Feneal UIL.
Poi il lampo di genio di Pippo Sciotto che convoca un consiglio comunale per il 9 giugno e chiama tutti i Siciliani,che sono tanti nel parlamento Nazionale ,invitando i Sen. Nania e D'alia,gli onorevoli Briguglio,Lo Monte,Scilipoti,Naro,Garofalo,Genovese,Martino,Germana' e Stagno D'Alcontres.L'invito e' esteso anche alla deputazione Regionale,agli onorevoli : Laccotto,Formica,Panarello,De Luca,Catalano,Beninati,Ardizzone e Piraino.Sara' presente anche Nanni Ricevuto,Presidente della Provincia Regionale di Messina.
Contemporaneamente sul sito dei dipendenti aicon,arriva la solidarieta' di Sonia Alfano eurodeputato dell'IDV.
Ce la fara' questa pattuglia di Onorevoli e Senatori a mettere in riga quel cattivone di Lino Siclari?

Luca Mandanici.

lunedì 6 giugno 2011

UN MONDO CON MENO RISORSE.36 IDEE.

36 idee per salvare il nostro futuro

Un estratto da "Prepariamoci. A vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza... E forse più felicità" di Luca Mercalli, in questi giorni in libreria per le edizioni Chiarelettere.

IL PROGRAMMA CHE VOTEREI
di Luca Mercalli*

Principi generali

Obiettivo primario della politica: non lo sviluppo economico fine a se stesso bensì la qualità della vita, dell’ambiente e delle relazioni umane.
Le 8R di Latouche: Rivalutare, Riconcettualizzare, Ristrutturare, Ridistribuire, Rilocalizzare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.
Favorire più che la ricchezza economica anche altre forme di ricchezza sociale, come la salute delle persone e degli ecosistemi, l’efficacia della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una società, la solidarietà sociale.
Abbandono del paradigma della crescita continua dei consumi e delle risorse, verso il raggiungimento di uno stato stazionario dei flussi demografici, di materia e di energia.
Riconoscimento e gestione dei limiti fisici del territorio e delle persone.
Oltre al diritto di un popolo di eleggere i propri rappresentanti, vi sia anche la possibilità di vigilare sul loro operato e di ritirare loro la fiducia qualora venga tradita, con interruzione anticipata del mandato.

Territorio, edilizia, energia
Invece dell’inaugurazione, manutenzione, manutenzione, manutenzione!
1) Immediato freno al consumo di suolo: piano regolatore a crescita zero, blocco delle nuove costruzioni residenziali o industriali su terreni agricoli e forestali salvo comprovati motivi di utilità pubblica (il rilascio di nuove licenze per la costruzione di edifici deve comunque essere subordinato all’installazione di pannelli fotovoltaici e solari termici e fabbisogno energetico non superiore a 50 kWh/m2 anno).
2) Promozione della ristrutturazione e riqualificazione estetica ed energetica dei centri storici e recupero di aree dismesse o degradate da destinare a nuove funzioni edilizie o ricreative.
3) Redazione dell’audit energetico comunale e costituzione di un gruppo misto esperti-cittadini che produca un piano di transizione globale verso la sostenibilità energetica del comune.
4) Incentivo all’efficienza energetica degli edifici, isolamento termico di edifici pubblici e privati in parallelo alla riqualificazione estetica, anche attraverso una Esco (Energy Service COmpany) o Global Service in servizio energia con Ftt (Finanziamento Tramite Terzi: capitolato per una gara d’appalto che obblighi la società vincitrice ad effettuare gli interventi di risanamento energetico).
5) Facilitazione amministrativa nell’impiego di energie rinnovabili: solare (termico e fotovoltaico), idroelettrico da acquedotto o canali già esistenti. Introduzione delle energie rinnovabili e/o di impianti a elevata efficienza energetica (pompe di calore, trigenerazione) su edifici pubblici (municipio, centri culturali e teatri, scuole, impianti sportivi).
6) Ripristino (qualora caduto in disuso) del diritto d’uso di legnatico per il prelievo familiare di legna da ardere sui boschi comunali, e conseguente manutenzione forestale. Campagna informativa per la sostituzione delle vecchie stufe a legna inefficienti con nuove stufe dotate di controllo dell’aria comburente e sistemi di postcombustione per la riduzione delle emissioni.
7) Razionalizzazione dell’illuminazione pubblica, freno alla proliferazione di nuovi punti luce se non strettamente necessari, utilizzo di lampade a basso consumo e riduzione di flusso luminoso nelle ore notturne meno frequentate. Eventuale accensione a richiesta per strade periferiche a traffico minimo (esperienze a Dörentrup, Germania).
8) Immenso e straordinario impegno collettivo per il miglioramento dell’arredo urbano, lotta al degrado lungo le strade, rimozione microdiscariche abusive, sostituzione di segnaletica obsoleta (anche attraverso l’uso di lavoro socialmente utile o tempo libero di pensionati-cassinte­grati). Netta riduzione della pubblicità stradale.
9) Abbandonare i progetti di grandi opere di scarsa o nulla utilità e dai grandi costi e impatti ambientali/sociali, a vantaggio di un aumento capillare dei servizi e della qualità di vita a scala locale. Preferire alla nuova costruzione di infrastrutture la manutenzione continua e capillare di quelle esistenti.
10) Scoraggiare l’aumento demografico oltre la capacità di carico del territorio per mantenere la qualità di vita degli abitanti. Favorire la ridistribuzione demografica tra zone sovrappopolate ed eventuali borgate spopolate, caso tipico dei comuni montani.

Rifiuti Non sporcare è meglio che pulire.
11) Campagna per la riduzione della produzione di rifiuti anche in collaborazione con gli esercizi commerciali (ridu­zione imballaggi e ritiro degli stessi ai punti vendita, prodotti di consumo in confezioni ricaricabili, sacchetti in tela multiuso, incentivo alla vendita di beni durevoli invece che usa e getta, servizi collettivi leasing o di quartiere).
12) Raccolta differenziata spinta porta a porta con tariffa puntuale calcolata sul peso e in base alla ripartizione differenziato/indifferenziato, promozione della filiera di riciclo materie prime con nuova occupazione e imprenditoria locale. Scoraggiamento dell’incenerimento dei rifiuti, salvo opzione residuale e per alcune categorie (per esempio rifiuti sanitari), come da normativa europea.
13) Compost da rifiuti organici obbligatorio nelle case dotate di orto-giardino, con riduzione della tariffa di raccolta rifiuti. Ove possibile compost collettivo nelle zone sprovviste di aree verdi individuali. Tentativo di limitare o evitare in alcune zone del comune la circolazione del mezzo di raccolta dei rifiuti organici.
14) Incentivo alla diffusione dei distributori automatici «alla spina» di latte, detersivi, cereali o di altri prodotti sfusi, anche posizionati all’interno di supermercati o di negozi e servizi di ristorazione collettiva, con i quali dovranno essere studiati programmi di riduzione dell’uso di imballi plastici.
15) Subordinare la concessione di contributi per feste o manifestazioni varie, in base all’uso di stoviglie ceramiche o metalliche lavabili o materiale biodegradabile (esperienza di Vienna).

Commercio e turismo
I piccoli negozi sono l’anima di un paese. Imprenditoria e artigianato locale arricchiscono il tessuto sociale.
16) Freno alla costruzione di nuovi grandi centri commerciali e rivalutazione del piccolo commercio locale, anche tramite incentivi e diminuzione del carico normativo, soprattutto nei centri storici.
17) Promozione e rivalutazione dell’artigianato locale con punti vendita consortili per agevolare i produttori (modello delle Maisons de produits de pays francesi).
18) Nuova occupazione di qualità ottenibile tramite la promozione delle energie rinnovabili e della riqualificazione energetica in edilizia e nell’industria.
19) Incentivazione del turismo a basso impatto ambientale e miglioramento dell’offerta di ospitalità diffusa (hotel, B&B, agriturismi). Scoraggiare l’insediamento di megastrutture turistiche.
20) Ristrutturazione e apertura al pubblico del patrimonio architettonico, archeologico e culturale sottoutilizzato o trascurato.

Acqua
Bene rinnovabile ma non infinito.
21) Tutela e sovranità pubblica del ciclo dell’acqua. Mantenimento delle fontane pubbliche.
22) Favorire la diffusione di cisterne per raccolta acqua piovana per irrigazione orti e giardini o altri usi secondari (obbligatorio su nuove costruzioni).
23) Recupero della fruibilità dei corsi d’acqua o laghi a fini turistici e di svago (rive degradate, inquinamento…). Incentivazione, dove sia possibile, degli impianti di fitodepurazione.
24) Realizzazione e manutenzione di servizi igienici pubblici (parcheggi, aree mercato, zone turistiche), anche con il metodo delle toilettes sèches, cioè senz’acqua, con compostaggio in loco.

Verde e agricoltura

25) Più alberi sul territorio, piantumazione in aree marginali (parcheggi, svincoli stradali), più orti, anche con assegnazione pubblica di piccoli lotti agricoli.
26) Promozione filiera corta prodotti agricoli e accordi tra aziende agricole locali e punti vendita: Farmer’s Market. Istituzione di Gruppi d’acquisto solidale e comunale. Last Minute Market su cibo e altri oggetti con scadenza per limitare lo spreco (distribuzione a enti sociali o fasce deboli). Promozione dei mercatini dell’usato.
27) Nei comuni montani e collinari incentivo alla manutenzione di boschi, muretti a secco, aree di agricoltura marginale, anche con l’impiego di personale per lavori socialmente utili. Incentivo al reinsediamento di profes­sioni agro-silvo-pastorali in aree abbandonate, con forma­zione di giovani nuclei famigliari.

Cultura
Meno televisione, più relazione.
28) Corsi per la diffusione della conoscenza del territorio locale e delle sue bellezze naturali e architettoniche, geografia, cultura agraria e enogastronomica, uso dell’acqua e delle risorse energetiche, formazione di una cultura del limite e della comunità sostenibile. Rivitalizzazione della scuola con maggiori interazioni comunità locale/ insegnanti.
29) Promozione di attività culturali e musicali a basso costo. Iniziative di aggregazione per un uso intelligente del tempo libero a servizio della collettività locale là dove le risorse economiche pubbliche non sono sufficienti. Favorire la fruizione delle biblioteche pubbliche (anche come luogo di studio e aggregazione dei giovani) e ampliare la loro dotazione libraria.
30) Corsi destinati a tutti i cittadini per la prevenzione dei rischi naturali e artificiali: nozioni ed esercitazioni di protezione civile in caso di terremoto, alluvione, frana, incendio, incidente d’auto o sul lavoro. Informazione ed educazione sanitaria e nozioni di pronto soccorso nelle scuole.
31) Favorire l’integrazione etnica: attività culturali per la condivisione di culture diverse (corsi di lingue, cucina etnica, musica, geografia, artigianato dei paesi di provenienza dei cittadini stranieri).

Trasporti e telecomunicazioni 32) Miglioramento del trasporto pubblico (navette con orari coordinati con scuole e ferrovie) e del trasporto ciclistico privato con la realizzazione di piste ciclabili o la limitazione del traffico in alcune strade, introduzione del «pedibus» per i bambini che vanno a scuola.
33) Incentivo alla diffusione della banda larga e al telelavoro. Sperimentazione della filiera corta anche nei posti di lavoro: privilegiare per le professioni ove ciò sia possibile le assunzioni dei residenti limitrofi per ridurre i tempi di trasferimento.

Rapporti amministrazione-cittadini 34) Miglioramento dell’assistenza ai cittadini negli uffici pubblici. Facilitare il rapporto con i cittadini tramite posta elettronica e procedure informatiche automatizzate in rete (pagamento tributi, certificati, normativa, pratiche edili, rifiuti, ecc.)
35) Utilizzo del sito internet del Comune per rendere trasparente l’attività della pubblica amministrazione.
36) Superamento dei localismi e stretta cooperazione con livelli geografici e amministrativi superiori al Comune. Coordinamento integrato sul territorio per il miglioramento della fruizione turistica, la lotta all’inquinamento e all’abuso edilizio, la promozione dei prodotti agricoli e dell’artigianato locale.

* una riflessione di Luca Mercalli con i contributi del gruppo di pensiero ASPOItalia (Associazione per lo studio del picco del petrolio, www.aspoitalia.it) e con utili suggerimenti da parte delle liste civiche per Forlì e Bussoleno (To).

http://temi.repubblica.it/micromega-online/36-idee-per-salvare-il-nostro-futuro/

OH RAGASSI,MA SIAM PAZZI?SIAM MICA QUI A SMACCHIAR GIAGUARI.

Wikileaks rivela in un cable che il 13 novembre 2007 Bersani, allora Ministro dello Sviluppo Economico, stipulò un accordo bilaterale di partneship con gli USA per la ricerca e lo "sviluppo dell'energia nucleare in Italia", della durata di cinque anni. Firmatario da parte degli Stati Uniti fu il Segretario USA all'Energia Samuel Wright Bodman. La notizia è riportata dal sito WikileaksItalia.Org. Il cable in questione rivela anche i retroscena dell'accordo, e alcune parole dell'ex ministro: ”Il risultato del Referendum (sul nucleare del 1987, n.d.r.) non esclude l'Italia dalla generazione di energia nucleare, l'ha solo sospesa e questa partneship può giocare un ruolo importante nel modificare gli atteggiamenti italiani nei confronti dell'energia nucleare”.[5] Nonostante questi accordi, la posizione di Bersani, e del partito di cui è divenuto segretario, durante il referendum del 2011 e' stata espressamente contro il ritorno al nucleare.

File:Pier Luigi Bersani giugno 2010.jpg


PER CARITA' E' LEGITTIMO CAMBIARE OPINIONE SPECIE DOPO UN DISASTRO NUCLEARE.SPERIAMO CHE CAMBI IDEA SUL LIBERISMO,SPERIAMO CHE UNIFICHI LE SINISTRE COLLOCANDOSI AL CENTRO E NON A DESTRA COME I VARI CHIAMPARINO E FASSINO,SPERIAMO CHE NON SIA COME VELTRONI CHE NON HO CAPITO PERCHE' ASSIEME AI SUOI SEGUACI NON PASSI A DESTRA MAGARI IN QUELLA NUOVA,INVECE DI CONTINUARE A STARE NEL CAMPO AVVERSARIO,SPERIAMO CHE RECUPERI LA MEMORIA,SI RICORDI CHE PRIMA DELLA COSA C'ERA IL PCI,C'ERA BERLINGUER,LA TERZA VIA AL SOCIALISMO INVECE ORA C'E' SOLO UNA VIA QUELLA QUELLA CHE PORTA IN AMERICA.CARO BERSANI,SEMPRE A PERCORRERE LA STESSA VIA,TU D'ALEMA,PRODI,RENZI ATTACCATO ALLA TUNICA DI PRODI,VELTRONI CHE TI SUPERA E SPARGE CHIODI PER FARTI BUCARE LE GOMME,LA BINDI IN TANDEM CON VENDOLA CHE TI GRIDANO COL MEGAFONO BERSANI...RICORDA MORO,BERLINGUER,ZACCAGNINI,LA SOCIETA' CIVILE...QUELLI SO' DELLA P2,MARCHIONNE PER FAVORE NO....COMPRATI UN NAVIGATORE SATELLITARE,OGGI CON LA TECNOLOGIA SI PUO' CAMBIARE STRADA ANCHE SE NON LA SI CONOSCE.E VIA,CHE TU,L'AVEVI GIA' FATTO.

Pietro Ingrao: “Di Craxi non salvo nulla”.

Il leader storico della sinistra comunista: "Di luci nell'agire del leader Psi non ne ho mai viste. Non posso riconoscermi nel quadro che ha delineato il Capo dello Stato".

Riccardo Barenghi intervista Pietro Ingrao, La Stampa, 19 gennaio 2010

Ripete le stesse parole che pronunciò in quello storico discorso all'XI congresso del Pci, nel 1966: «Cari compagni, non mi avete convinto». Allora si rivolgeva ai suoi compagni di partito che l'avevano sconfitto nella battaglia congressuale, oggi si parla di Craxi e della lettera che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato alla vedova dell'ex leader socialista morto dieci anni fa. Quindi, in qualche modo si parla ancora dei suoi ex compagni di partito e di battaglie interne, non a caso nel Pci Napolitano fu, dopo Giorgio Amendola, il rivale del leader della sinistra comunista, ossia Pietro Ingrao.

Ingrao, cos'è che oggi non la convince?
Ho trovato francamente esagerate tutte le cose che ho letto in questi giorni, non credo che una rivalutazione di Craxi - nel mondo comunista si sarebbe chiamata con un orrendo termine: riabilitazione - sia politicamente giusta e corretta.

Ma Napolitano, e non solo lui, sostiene che ci furono luci e ombre nella politica di Craxi...
Potrei dire che Napolitano è stato molto generoso, anche troppo. Io comunque non condivido il suo giudizio, molte chiacchiere ma non una parola dura, anche cattiva. Sinceramente io luci non ne vedo, perché nel corso di quegli anni molto aspri per la vicenda politico-sociale del nostro Paese, Craxi si è schierato con la parte più conservatrice della Dc, con Forlani e Andreotti e non certo con Zaccagnini. E contemporaneamente ci ha fatto la guerra, a noi comunisti. Dopo la morte di Moro venne fuori la sua natura di anticomunista che non aveva alcuna intenzione di promuovere l'unità delle sinistre. Un progetto politico che invece avrebbe potuto contribuire a rinnovare la società. Ecco perché ho sempre sostenuto che Craxi era un conservatore.

Ma molti al contrario dicono che fosse un uomo di sinistra e per di più un innovatore...
Ma manco per idea. Era distante anni luce da un socialista come Riccardo Lombardi, lui sì di sinistra insieme ad altri nel Psi. Craxi era un'altra cosa, e francamente non vedo proprio dove abbia innovato, semmai ha usato la sua spregiudicatezza per crearsi spazio nel quadro politico. Ma allora entriamo in un'altra categoria, quella dei politicanti...

Eppure molti suoi ex compagni di partito, per esempio Piero Fassino, lo hanno rivalutato in questi anni. Secondo lei perché?
Risponderei in poche parole che per dicono tutto: perché c'è un forte vento di destra che spira sull'Italia.

E della questione di Tangentopoli, lei che idea s'è fatto?
Sulla vicenda strettamente giudiziaria che ha riguardato Craxi non mi va di intervenire. Capisco la delicatezza che il Presidente della Repubblica ha usato nell'affrontare questo capitolo difficile, ma anche qui non mi sento di condividere i suoi giudizi.

Ma lei di Craxi non salva nulla?
Nulla, proprio nulla. Perché ha agito in modo negativo nella vicenda politica italiana. E anche qui, mi dispiace, pur capendo il garbo del Capo dello Stato, non posso riconoscermi nel quadro che ha delineato.

E invece del suo esilio ad Hammamet che giudizio dà?

Ecco, qui invece vedo un orgoglio umano nella sventura, un orgoglio che rispetto.

(19 gennaio 2010)

DIECI,CENTO,MILLE INGRAO.STORIA DI UN RIVOLUZIONARIO GENTILE.

Pietro Ingrao nasce in un piccolo paese della Ciociaria tra il Lazio e la Campania da una famiglia di proprietari terrieri. Frequenta il liceo a Formia dove conosce gli insegnanti Pilo Albertelli e Gioacchino Gesmundo che ne influenzeranno profondamente la formazione. Iniziata la sua attività anti-fascista nel 1939 (ma fu in precedenza iscritto ai GUF, vincendo un Littoriale della cultura e dell'arte[1]), aderì al PCI nel 1940 e partecipò attivamente alla Resistenza partigiana. Al termine della seconda guerra mondiale fu il riferimento indiscusso di un'area all'interno del PCI schierata su posizioni marxiste creative, molto attente ai movimenti della società. Rappresentò quindi l'ala "sinistra" del partito (ciò, tuttavia, non gli impedì di votare a favore dell'espulsione dei dissidenti di sinistra, a lui molto vicini, che si raccoglieva intorno al mensile Il manifesto, che sarebbe di lì a poco diventato il quotidiano Il Manifesto). Ebbe spesso profondi scontri politici con Giorgio Amendola, che invece guidava l'ala "destra.

File:PietroIngrao.jpg

Scrive Pietro Ingraao"  Il più celebre tra i tanti congressi comunisti persi da me fu l' undicesimo aRoma nel 1966. Lo ricordo come lo scontro più duro. È un ricordo amaro, perché venni sconfitto pesantemente, e anche maltrattato. Eppure ritengo tuttora di aver avuto qualche ragione. Ponevo la questione della dialettica interna al partito, del diritto al dubbio, della facoltà di dissenso. E avevo una visione del futuro del capitalismo diversa da quella di Amendola. Giorgio parlava di capitalismo straccione. Io di neocapitalismo, che mi pareva pericoloso. Come poi si è visto, su entrambi i punti avevo davvero qualche ragione. Per evitare troppi guai feci leggere prima la relazione al segretario, Luigi Longo, che non fece obiezioni. Dopo però fui maltrattato, anche da compagni con cui c' era molta stima. Alicata chiese di esonerarmi dalla direzione. Pure Pajetta, Laconi, Amendola mi attaccarono. «Vedete, è esistita una frazione nel Pci, gli ingraiani. Parevano sempre tanti; ma non lo erano. Ci voleva coraggio, a criticare il centralismo democratico. Il nostro era un partito duro. Ma io non mi sono mai doluto di essere trattato con durezza». Poi vennero i congressi di fine stagione. «Quando Occhetto alla Bolognina parlò per la prima volta di cambiare nome al Pci io ero in Spagna. Ai funerali di Dolores Ibarruri. La Pasionaria. Il segretario mi telefonò e io gli espressi fin da subito il mio dissenso. Lui mi chiese di attendere prima di renderlo pubblico. Ho seguito entrambi i congressi che fecero nascere il Pds, mi sono opposto strenuamente, ma sono stato sconfitto ancora."

Fra il 1989 e il 1991 fu tra i massimi oppositori della svolta della Bolognina che portò allo scioglimento del PCI. Ingrao aderì comunque al Partito Democratico della Sinistra dove coordinò l'area dei Comunisti Democratici fino al 15 maggio 1993, quando annunciò l'addio al PDS[2].
In seguito è stato un indipendente vicino al Partito della Rifondazione Comunista[3], organizzazione alla quale aderirà formalmente solo il 3 marzo 2005[4]. Ancora alle elezioni europee del 2009 invitava a votare la Lista Anticapitalista[5], ma nel marzo 2010 ha invece optato per Sinistra Ecologia Libertà[6].
Nella sua vita Pietro Ingrao ha scritto poesie e saggi politici. La sua opera più importante è, stando al giudizio della maggior parte dei critici, Appuntamenti di fine secolo, pubblicata nel 1995 grazie alla collaborazione con Rossana Rossanda. Il 20 ottobre 2007 Pietro Ingrao ha portato il suo saluto alla manifestazione di Piazza San Giovanni in Laterano (Roma) organizzata dalla sinistra radicale contro il precariato e per i diritti dei lavoratori. È uno dei primi firmatari dell'appello per la manifestazione.