giovedì 16 giugno 2011

Grazie Onorevole Sonia Alfano.

Funzionario della Regione Siciliana, sindacalista e coordinatrice di soccorsi in emergenze. Si diploma presso il liceo classico Luigi Valli di Barcellona Pozzo di Gotto. Interrompe gli studi universitari alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Palermo dopo la morte del padre Beppe, ucciso dalla mafia per le sue inchieste scomode l’8 gennaio del 1993. Ottiene l’assunzione presso la Regione Siciliana per chiamata diretta, in virtù della normativa in favore dei familiari delle vittime innocenti di mafia.
Nel 2007, insieme a Salvatore Borsellino, scrive al Presidente della Repubblica per chiedere il trasferimento del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ovviamente richiesta non considerata. Il Guardasigilli aveva a sua volta chiesto il trasferimento del PM Luigi de Magistris, della Procura della Repubblica di Catanzaro, titolare dell’inchiesta Why Not, che vedeva indagati anche Romano Prodi, oltre che lo stesso Mastella. Successivamente per Prodi e Mastella venne chiesta l'archiviazione per estraneità ai fatti contestati e per l'assoluta mancanza di prove. In più occasioni il Tribunale delle Libertà ha usato la mano pesante indicando la fumosità del quadro probatorio. In compenso per De Magistris il CSM ha disposto il trasferimento ad altra sede ed ad altre funzioni, in quanto la condotta di De Magistris è stata "rivelatrice di non adeguata attenzione al rispetto di regole di particolare rilievo", ma anche di "insufficienti diligenza, correttezza e rispetto della dignità delle persone" A difesa del Pm di Catanzaro, Sonia, insieme al movimento antimafia ammazzateci tutti, avvia una seguitissima campagna di solidarietà nei confronti di De Magistris, catalizzando l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica sul caso del trasferimento ed una petizione su scala nazionale.
Dal 2007 al marzo 2009 è stata coordinatrice regionale del movimento antimafia Ammazzateci tutti. Nel novembre del 2007, in segno di protesta s’incatena al cancello della Prefettura di Palermo. Decine di familiari di vittime della mafia decidono di prendere parte alla protesta. Chiedono al Parlamento Italiano l’equiparazione delle normative previste per i familiari delle vittime della mafia e per i familiari delle vittime del terrorismo. La protesta ha risalto mondiale e molte testate giornalistiche straniere s’interessano alla battaglia per l’equiparazione della quale Sonia è l’iniziatrice. Sempre nel 2007 collabora con i Grilli di Palermo ed altre associazioni, all’avvio della petizione Chiediamo i danni a cosa nostra. Tramite la petizione sono riusciti ad ottenere l’art. 17 della legge finanziaria che obbliga la Regione Siciliana a costituirsi parte civile in tutti i processi per favoreggiamento alla mafia da parte di amministratori e dipendenti della pubblica amministrazione. Nel febbraio del 2008, insieme ad altre 40 persone, costituisce un'associazione, denominata "Associazione Nazionale dei Familiari delle Vittime della mafia", della quale viene eletta presidente all’unanimità.

File:Sonia Alfano.jpg


Ho risposto all’appello dei dipendenti della società Aicon Yachts Spa, con i quali ho anche stabilito un incontro, presso il cantiere, per il 20 giugno. Come avevo anticipato, ho scritto alle istituzioni preposte, regionali e nazionali, affinché venga risolta questa incresciosa situazione che mette a rischio il futuro di 339 famiglie. Di seguito il testo della lettera che ho inviato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi e per conoscenza all’assessore regionale per la Famiglia, il Lavoro e le Politiche sociali Andrea Piraino.

Gentile Ministro Sacconi,
Le scrivo per portarLa a conoscenza della disastrosa situazione lavorativa in cui versa la totalità dei dipendenti (339 persone) della società Aicon Yachts Spa, cantiere nautico di Giammoro (Pace del Mela, ME) che progetta, produce e commercializza imbarcazioni di lusso.
A causa della cattiva gestione, operazioni finanziarie spericolate ed una quotazione in borsa che suscita più di qualche dubbio, l’Aicon Yachts Spa ha accumulato ben 91 milioni di euro di debiti, e ora, in vista di un rilancio aziendale, si prepara a mettere in cassa integrazione la totalità dei dipendenti, che vedono ciò come un preludio al licenziamento.
Faccio presente alla S.V. che il 10 maggio 2011, la Società Aicon Yachts Spa ha comunicato alle OO.SS. e agli Rsu i Fillea-Cgil e Feneal-Uil che in data 9 maggio 2011 alle ore 17,30 codesta società è stata posta in liquidazione, e che è stato nominato il liquidatore nella persona del dott. Christian Pistonina. Da allora la totalità dei dipendenti di Aicon Yachts spa manifesta davanti ai cancelli del Gruppo Aicon 24 ore su 24.
Sono in ballo 339 posti di lavoro, la cui perdita si ripercuoterebbe su 339 famiglie, che da un giorno all’altro si ritroverebbero senza alcun sostegno finanziario.
La politica regionale e nazionale sembrano ignorare di proposito il caso Aicon, e la scorsa settimana, al consiglio comunale di Pace del Mela cui erano stati invitati ben 21 parlamentari nazionali e regionali del messinese, si è registrata la presenza di un solo deputato (nazionale).
Con la presente Le chiedo di convocare urgentemente a Roma i vertici dell’azienda e i delegati sindacali per trovare una soluzione certa per i dipendenti e per le loro famiglie.
Resto in attesa di un Suo riscontro.
On. Sonia Alfano

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