giovedì 7 luglio 2011

Quell’accordo non risponde alla richiesta di democrazia

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Non sta alle forze politiche giudicare nel merito gli accordi sindacali. L’autonomia del sindacato è una cosa seria. Altro discorso, però, è valutare la fase politica in cui cade un accordo sindacale e le ricadute complessive che il metodo adoperato per stringerlo, indipendentemente dai suoi contenuti, comportano. Questo, al contrario, è compito prioritario di Sinistra Ecologia Libertà e di tutte le forze politiche che col sindacato intrattengono e intendono mantenere un dialogo non invasivo ma neppure ipocrita. Allo stesso modo sarebbe a dir poco reticente nascondere che le preoccupazioni per la minaccia che grava sul contratto nazionale, non sono del tutto dissipate neppure da questo accordo.
Il nostro Paese è avviato verso l’uscita da una delle fasi più buie e desolate della sua storia. A chiudere la lunga e disastrosa esperienza del berlusconismo non sono e non saranno le alchimie dei partiti, le loro bizantine alleanze. E’ una richiesta di democrazia sostanziale, di partecipazione diretta, di potere effettivo esercitato dal basso che rappresenta l’esatto opposto del plebiscitarismo berlusconiano. Questo ci hanno detto le elezioni amministrative. Questo ci hanno confermato, con forza e urgenza anche maggiori, i referendum e le popolazioni della Val di Susa sulla vicenda TAV.
Rispondere a questa richiesta di democrazia non è il dovere e la sfida determinante solo per la sinistra politica. Lo è in misura identica anche per il sindacato. Per questo, pur senza entrare nel merito di quello che c’è nell’accordo firmato da Cgil CISL e UIL, risulta impossibile non notare e non segnalare quel che non c’è. Manca infatti una risposta positiva alla richiesta di democrazia effettiva, una capacità di cogliere quella spinta che può tradursi solo nella scelta di sottoporre al parere vincolante dei lavoratori ogni accordo e di verificare puntualmente il rapporto tra la rappresentanza sindacale e i lavoratori rappresentati.
E il primo passo su questa strada deve essere fatto subito. E’ questo stesso accordo che deve essere vagliato e votato, approvato o respinto con massima partecipazione e uguale trasparenza da tutti i lavoratori coinvolti.
Senza questo passaggio, senza una risposta reale alla domanda di partecipazione e di democrazia reale, difficilmente il sindacato e la sinistra sociale avranno un respiro maggiore o un futuro meno incerto di quello che attende i partiti della sinistra se non si muoveranno subito, qui e ora, in quella stessa direzione.

Francesco (Ciccio) Ferrara

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA'

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